sabato 13 settembre 2014

Daniza. Il mio personalissimo punto di vista.

Non avrei voluto perdere tempo e parole per la questione "Daniza", questione che mi sta uscendo dalle orecchie. Ora però dico la mia, il mio personalissimo punto di vista in questo momento in cui si sta perdendo la ragione.
Devo iniziare dalle origini? Credo tutti sappiano ormai che era metà agosto quando un uomo che si trovava nei boschi di Pinzolo venne aggredito da Daniza, un'orsa di 18 anni che aveva i suoi piccoli al seguito. Non ero presente al momento dell'aggressione ma fidiamoci della versione raccontata dal malcapitato. Due zampate e un morso a un piede per poi finire non in gravi condizioni ma sicuramente spaventato in ospedale. Ecco che inizia il finimondo.

Era qualche anno fa, 3 o 4 quando io stessa vidi un orso o così almeno credo. Era lontano e io sono conosciuta per non avere una vista acuta, anche per questo sono sempre stata molto cauta nel parlarne. Ma ancor oggi mi prendono in giro. Ho chiesto al guardaboschi del mio paese se in effetti fosse possibile e senza pensarci su troppo mi disse di sì. Quello che ho visto può davvero essere stato un orso. Si è stupito che abbia potuto avvicinarsi così tanto alle case in pieno giorno, ma visto il periodo tranquillo dell'anno e la quiete del momento avrebbe potuto essere un esemplare. Purtroppo questo dialogo è capitato settimane dopo il mio avvistamento altrimenti mi aveva consigliato di cercarne tracce nel terreno. Quindi una minima parte di dubbio permane.

Sempre parlando con il guardaboschi si è arrivati a un confronto sulla presenza di questi animali nelle nostre zone. Sia chiaro, non mi sono mai informata bene sulla questione, mi sono fidata di ciò che mi è stato detto. Di conseguenza il mio punto di vista è in parte "ignorante" e frutto di ragionamenti personali.
In origine l'orso, a meno che non si senta minacciato, non dovrebbe essere considerato pericoloso. Il problema nasce nel momento in cui questi animali vengono introdotti in un ambiente in cui si erano naturalmente estinti in precedenza. Se un animale sempre presente in una determinata zona si estingue naturalmente, si presume che le condizioni non siano più ideali o ottimali per reintrodurre la specie. No? Io lo credo un ragionamento logico.
Negli anni anche l'ambiente si è evoluto in tal modo da non essere purtroppo più un habitat naturale per l'orso. A quali conseguenze può portare? Allo "stordimento" dell'animale in questione? Credo quasi di sì.
Se quindi il malcapitato, oggetto dell'aggressione si è davvero nascosto dietro un albero anziché avvicinarsi all'orsa non può avere colpe. Come non può avere colpe Daniza, a mio avviso spaventata anche per la necessità di protezione nei confronti dei cuccioli che aveva al seguito. A mio personalissimo parere l'errore è stato fatto nel momento in cui si è deciso di reintrodurre la specie in zona. Sia chiaro, saranno stati fatti tutti gli studi del caso ma probabilmente qualche aspetto non è stato preso in considerazione o troppo alla leggera. Siamo a umani, possiamo sbagliare. No?

La notizia dell'uccisione di Daniza o meglio della "sedazione" fallita ha portato gli occhi del mondo su Daniza e sul Trentino. Si parla di protocolli errati o addirittura vecchi, che necessitano di rivisitazione. Non ha retto al sedativo che addirittura è stato somministrato in dose inferiore rispetto al peso dell'orsa. Era stressata. Chi di dovere saprà dare delle risposte alle attuali domande.

La cosa che mi irritata notevolmente è il peso che si sta dando alla questione. E' giusto parlarne pubblicamente ma a me pare che la vita di un orso valga più della morte di tre suore missionarie uccise in Burundi. Stiamo perdendo la ragione.
C'è chi già parla di ritorno negativo al turismo della zona e della provincia. C'è chi parla di boicottaggio. Ma stiamo scherzando? Ci sono fiumi di persone che purtroppo prendono come oro colato tutto ciò che esce dai media e quindi non stento a credere che, anche se minimamente, la questione possa effettivamente influenzare il turismo. Persone a cui non è mai fregato nulla ne di orsi, ne dell'ambiente naturale trentino (che poi magari son le stesse che seminano rifiuti sui sentieri di montagna). Però no eh... "Io sto con Daniza" scrivono sui social con insistenza eccessiva. L'ignoranza che prende voce, ma che ci posso fare... d'altra parte queste mie parole sono frutto della mia stessa ignoranza in materia.

Spero soltanto che la questione venga risolta e che si arrivi a una soluzione ottimale che metta d'accordo tutti o perlomeno la maggior parte. E' giusto preservare l'ambiente tanto ricco e bello che ci circonda. C'è bisogno di rispettare la natura che circonda, è un bene enorme a cui diamo spesso troppo poco peso. C'è da tenere in conto dell'evoluzione o forse dell'involuzione della specie umana. (E qui si potrebbe scrivere un poema)

Spero che si archivi il discorso Daniza e che si parli dei veri problemi della nostra povera Italia che sta lentamente e inevitabilmente marcendo ancor prima di maturare.


venerdì 18 luglio 2014

Paolo Nutini - Hydrogen Festival - Piazzola sul Brenta

Dicendovi che adoro Nutini non dico assolutamente nulla di nuovo. Lo seguo da molto e da un po' era fermo, ha fatto un tour due estati fa e si vociferava di un nuovo album. L'ho aspettato tanto, troppo, tanto che ho incominciato a credere che avesse deciso di abbandonare la carriera musicale perché in rete non si è per lungo tempo più visto ne sentito nulla di nuovo. Un bel giorno di gennaio credo, aprendo Facebook, scopro che presto sarebbe uscito il nuovo album. Quanta gioia! Felicità purissima. E come sapete new album, new tour. Quindi nell'attesa di sentire il nuovo album, ero già al settimo cielo.

E' poi arrivato l'album che al primo ascolto mi ha spiazzato. Un nuovo Nutini risuonava nelle mie orecchie. Non nascondo di averci messo un po' per apprezzare il nuovo lavoro. Un'evoluzione musicale pazzesca, inaspettata. Ovviamente non ci ho messo molto a trovare i "miei pezzi" e mi stupisco che l'album non si sia ancora consumato.

Appena sono stati messi in vendita i biglietti per l'Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta, li ho comprati. Due, senza sapere chi sarebbe venuto/a con me perché ahimè... pare piaccia proprio a pochi.
Cerca e i ricerca, tra conferme e disdette ho seriamente rischiato di non poterci essere e ciò era per me fuori da ogni pensiero. Alla fine ci sono riuscita, per la terza volta non ho mancato l'appuntamento con Paolo.

Non vado oltre, è stata una giornata incredibilmente carica di emozione, di quella vera e pura. Arrivati con un assaggio di sound check, una birra e tante parole, il panino al salame che era davvero buono, la Rainband che ha portato male regalandoci attimi di pioggia da leggera a intensa, lampi a non finire ma soprattutto temperature giuste. Nutini è stato impeccabile, diverso nel mood dei brani degli album precedenti. Riconoscerlo in suoni nuovi è stato emozionante. Mi ritengo fortunata di averne visto e sentito la crescita, l'evoluzione negli anni. Spero che la sua strada sia infinita e che possa continuare a stupire me e gli altri fan.
Immancabile senso di vuoto post concerto "Ma come? Finito? Già?".
Il leitmotiv della serata è senza ombra di dubbio stato il continuo illuminarsi del cielo (e Jenny non be hasty nella mente), anche nel rientro. Ringrazio immensamente la compagnia, che con una bella dose di follia mi ha accompagnato in questa avventura che resterà impressa nel cuore e nella mente.

P.s. Per la seconda volta in vita mia, un concerto goduto, senza Canny a immortalare attimi musicali. Quindi accontentatevi delle parole.

Se poi volete un assaggio musicale dal nuovo album... cercate Iron Sky, Better Man o Cherry Blossom.

-E.

martedì 15 luglio 2014

Qualcosa è cambiato

Manie. Fissazioni. Abitudini. Chi non ne ha?
Così anche Melvin (Nicholson), il protagonista di questo film datato 1997. Nella storia non mancano una donna, un cane e un giovane artista gay e detta così... posso capire che non invogli nessuno e al contrario merita di essere preso in considerazione.

E' un caso che sia saltato fuori, dopo aver riflettuto sulle manie e sulle abitudini dell'uomo, certo, qui siamo a livelli eccessivi ma rende perfettamente l'idea di quanto la nostra vita sia legata alle nostre abitudini e fissazioni.
Film davvero bello e ben fatto e al contrario di quanto mi aspettavo, per nulla banale. Prendetevi il tempo e guardatelo, non è una commedia leggera che si lascia guardare così e basta... porta a piccole riflessioni.



Quante manie e fissazioni avete? Io alcune ne ho... e se non le rispetto per causa di forza maggiore un po' mi innervosisco o me ne dispiaccio, certo non ai livelli di Melvin...
Diciamo che devo imparare a disabituarmi dalle mia abitudini. Ecco.


venerdì 4 luglio 2014

100HappyDays - operazione fallita

Non ce l'ho fatta, ho fallito nell'esperimento social "100HappyDays". Non me lo aspettavo e inaspettatamente sono arrivata a un punto in cui proseguire con immagini non mi è più stato facile (e non ne avevo nemmeno più voglia a dire il vero).
A chi devo dimostrare la mia felicità? Perché mi devo sforzare a trovare un quadretto carino da immortalare? Io che per di più sono abbastanza precisina quando si parla di immagini. Non vi sto dicendo che non sia felice, assolutamente. Ma se prima esponevo la mia felicità, ora me la tengo, sono attimi miei e non tutti necessariamente condivisibili.
"Tormentata" dal non aver terminato questo giochino però ho riflettuto sulle cause, se così si possono definire, della mia felicità. Il risultato è positivo. La mia felicità è causata da attimi, emozioni e raramente da oggetti. Che sia un panorama, una giornata di sole, un aperitvo in compagnia, una canzone, un libro o un fiore. O addirittura ciò che io solitamente non fermo in un immagine... un abbraccio, un sorriso, un messaggio.

Fortunatamente le mie giornate sono colme di tutto ciò. E ne sono, ancora una volta felice. :)


sabato 10 maggio 2014

Pedalando: Dobbiaco - Lienz

Attendo novità per il nuovo progetto che inevitabilmente tardano... quindi paziento e nel frattempo mi godo il tempo libero e le condizioni climatiche clementi in confronto alla primavera scorsa.
Oggi, in preda a uno schizzo di sana follia, che mi e ci ha portato con mamma, sorella e cuginetta a una bella biciclettata tra prati in fiore e boschi profumati della mia amata provincia e oltre.
Sia chiaro, non siamo delle fanatiche dello sport, quindi zero allenamento ma tanto il percorso che abbiamo scelto, che parte da Dobbiaco (poco prima del confine austriaco) e porta a Lienz in Austria è lungo 48 km ma è praticamente tutto in lieve discesa con qualche leggera salitina, quindi fattibilissimo anche per noi.
La rete altoatesina da questo punto di vista è molto ricca e ben organizzata, sono difatti molto frequenti i noleggi che ti permettono appunto di noleggiare varie tipologie di bici per il percorso scelto e quasi tutti sono in prossimità di stazioni ferroviarie che permettono quindi di fare il percorso in una determinata direzione, sfruttando poi i mezzi pubblici per tornare al punto di partenza. In ogni caso su questo sito trovate tutte, ma proprio tutte le informazioni necessarie.
La giornata era soleggiata in mattinata e lo dimostrano le mie braccia e le mie spalle che hanno preso giusto un po' di colore. Nella prima parte del percorso si costeggia la linea ferroviaria, la strada che porta in Austria e si è immersi in immensi prati verdi in questo momento praticamente tutto un tarassaco in fiore. Meraviglie delle meraviglie!
Più avanti poi si arriva in una zona piana dove l'attrazione (che ci ha motivato) è senza ombra di dubbio la Loacker, con bar e shop annesso, ottima occasione per una piccola pausa.



Proseguendo si attraversa una zona boschiva anche abbastanza freschetta e si costeggia la Drava praticamente fino all'arrivo a Lienz. Durante il percorso sono diversi i punti di ristoro possibili e in ogni caso il percorso è molto ben segnalato e perdersi è praticamente impossibile. In seguito ad un inverno molto nevoso che ha lasciato molti danni una piccola parte del percorso è già stata ripulita da alberi e massi e, un altra invece è chiusa per lavori e quindi il traffico viene deviato sulla statale, ma non c'è da preoccuparsi.
All'arrivo a Lienz, se vi parte il treno sotto il naso come a noi oggi, non vi preoccupate, in due minuti siete in centro dove un bel gelatino in piazza non ve lo toglie nessuno!
Ora, dopo quasi 50 km ho praticamente il sellino stampato sul sedere, ma è stata una bella gita che consiglio vivamente a chi è in zona. Se proprio non siete all'estremo confine della provincia potete comunque trovare altri percorsi!
Sono queste piccole meraviglie a rendermi orgogliosissima della mia provincia!!






giovedì 20 marzo 2014

100HappyDays

Non lo dico spesso o forse per niente ma mi ritengo una persona felice per come considero io la felicità. Mi attacco brevemente a una frase estrapolata da "Fai bei sogni" di Gramellini:

"La felicità non è figlia del mondo, ma del nostro modo di rapportarci a esso. Non dipende dalla ricchezza, dalla salute e neanche dall'affetto di un'altra persona. Dipende solo da noi."

Credo che la nostra mente sia o possa essere la nostra migliore alleata come la nostra peggiore nemica. Credo nell'auto convincimento e nel praticare positività. Lo ammetto, e credo sia frutto anche di un qualche studio, che il posto in cui nasci, cresci e vivi abbia un enorme ruolo in questo. Probabilmente a questo punto ho il gioco facile. Ma in compenso ho gente intorno a me che mira a destabilizzarmi e anch'io ho le mie giornate storte in cui ho meno voglia di affrontare la quotidianità.

Ci sono mille mila fattori che possono rendere una persona non felice, non capace di rendersi conto di quanto sia a portata di mano la felicità. Forse gli si attribuisce un valore eccessivo e impossibile.

Perché tutto questo? Grazie a Katju ho scoperto "100 happy days in a row" che è una piccola sfida. Non credo di poter dire di aver mai avuto 100 giorni consecutivi di felicità. Ma forse qui sbaglio anch'io... e quindi sfido me stessa e la mia felicità.
Si tratta di condividere la felicità attraverso delle immagini su un social network  che può essere Facebook come anche Instagram, Tumbrl, Twitter o semplicemente via mail per renderci conto che in realtà la felicità o piccoli attimi di felicità siano più vicini di quanto si possa realmente immaginare.

Entrerò a breve in un periodo meno intenso di lavoro e forse, anche complice del risveglio della natura, sarà più facile gestire il tutto. Come sarà anche più facile essere felice. Se davvero la sfida dovesse risultarmi estremamente facile rifarò l'esperimento in momenti più duri. Sono curiosa.


Ho deciso di iniziare l'esperimento con oggi, l'inizio della primavera e non a caso ho poi scoperto che è anche la giornata internazionale della felicità. :)

Ho scelto Instagram come piattaforma sulla quale pubblicare i miei scatti. L' hashtag utilizzato in ogni immagine è #100HappyDays e il mio hashtag personale è #Isas100HappyDays.


Potete vedere le foto tramite questo link se non siete in possesso di un account Instagram, altrimenti cercatemi e seguitemi, sono elisamussner.


Se poi decidete di fare anche voi questa sfida, fatemi sapere come seguirvi! :)

Che siano 100 giorni felici allora. La prima foto è già online!


P.s. Buona primavera! :)


martedì 18 marzo 2014

Io prima di te - Jojo Moyes

Ero ferma da tempo con la lettura. Non arrivavo alla fine di nessun libro, così mi sono rassegnata. Pausa... non che avessi chissà quanto tempo da dedicarci tra una cosa e l'altra ma per un po' ho voluto non pensarci.
Ecco che dopo mesi e mesi è tornata la voglia. Mi sono messa davanti alla libreria tirando fuori un libro a caso. "Io prima di te" di Jojo Moyes.

Ho quindi vissuto qualche giorno con Lou e Will con le rispettive famiglie in una località turistica inglese. Lou perde il lavoro alla caffetteria, ma si impegna per la ricerca di un nuovo impiego dato che la sua famiglia è a suo carico visto il periodo poco felice che sta vivendo. Si rivolge così ad un centro per l'impiego e trova il lavoro che mai si sarebbe aspettata.

Accetta perché non ha altra scelta, e diventa così assistente di Will, paraplegico in seguito a un incidente per 6 mesi. Will ha un caratterino mica facile e ciò non facilita nemmeno il lavoro a Lou (che scopre il vero senso del suo contratto a tempo determinato).

Will era un uomo di successo, pieno di vita fino al giorno dell'incidente. Lou invece non hai mai messo il naso fuori dal Regno Unito, chiusa nel suo mondo. Qualcosa poi cambia, qualcosa le da il coraggio di farlo.

E' una storia che tocca, ti mette davanti delle domande e ti da tante risposte, scontate ma alla quale spesso diamo troppo poco peso.

Lo consiglio vivamente e lo considero un libro da leggere. Mi ha toccato profondamente consumando anche qualche necessario fazzoletto. Il classico libro che si vorrebbe non avesse mai fine. Probabilmente al momento il secondo libro che più mi abbia emozionato lasciando il segno.



«Io voglio che lui viva. [...] Ma voglio che viva se è lui a desiderarlo. Se non è così, se lo costringiamo a tirare avanti, non importa quanto gli vogliamo bene: diventiamo solo degli altri stronzi che gli impediscono di fare le sue scelte.»

Tu hai cambiato la mia vita molto più di quanto questo denaro potrà mai cambiare la tua. 
Non pensare a me troppo spesso. Non voglio pensarti in un mare di lacrime. Vivi bene.
Semplicemente, vivi.


Fateci un pensierino. Leggetelo. Poi fatemi sapere, ovviamente!