Era il 16 luglio 2008 quando da queste pagine davo il mio ultimo saluto a Karl Unterkircher. Ricordo con estrema precisione l'attimo in cui mi raccontarono l'accaduto e il mio ostinato tentativo di credere che chiunque abbia dato questa notizia si fosse sbagliato. Era Karl, non un alpinista qualsiasi!
Sono passati ormai più di due anni e ogni tanto il pensiero torna a lui, imprigionato nei ghiacciai del Nanga Parbat. Solo ora dopo aver letto "L'ultimo abbraccio della montagna" scritto dalla moglie Silke, attraverso i diari tenuti dal marito nelle diverse spedizioni, sono riuscita a capire in pieno Karl, la sua necessità di camminare in verticale fino a toccare il cielo e ad avere il mondo ai propri piedi. Nei primi giorni di ottobre su siti web e giornali è comparsa un'altra triste notizia. Anche Walter Nones, compagno di spedizione di Karl nel 2008, ha perso la vita sul Nanga Parbat, già da tempo definita dagli abitanti del posto"la mangia uomini".
Leggendo questo libro ho ritrovato in molti punti la mia stessa passione per i monti che mi circondano anche se sono meno fanatica dell'alta quota e delle vie estreme per raggiungere le cime. E' quasi difficile comprendere quanto Karl abbia amato questo sport estremo, ed è altrettanto difficile comprendere quanto Silke abbia amato Karl per accettare che conducesse questo tipo di vita.
Mi ha toccato molto leggerlo e sarà che Karl era un mio compaesano, che è una storia a me molto vicina e che nel libro ci sono luoghi che anche io vedo e conosco benissimo, ma merita assolutamente 5 stelline su 5. Un libro intenso, pieno di racconti interessanti sui viaggi che hanno portato Karl a essere un alpinista conosciuto a livello mondiale. Lo consiglio vivamente soprattutto a chi ama la montagna.
Vi lascio con una delle tante perle di Karl "Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io la chiamo il mistero del quale nessuno di noi ha la chiave. Siamo nelle mani di Dio: se ci chiama dobbiamo andare."
secondo me questa passione per la montagna è una cosa che chi, come me, è lontanissimo da questo mondo non può proprio comprendere...
RispondiEliminaConcordo con Federica: io sono completamente al di fuori di questa passione, e forse proprio per questo non riesco mai a comprendere appieno i sacrifici di certi scalatori ..
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