Interrompo il mio silenzio dovuto a molte cose con una pessima notizia, avrei prefirito non doverlo fare. La notizia è arrivata questa mattina alle 11, Karl Unterkircher mio compaesano è precipitato mentre scalava il Nanga Parbat a causa di un blocco di neve staccatosi sotto i suoi piedi in Pakistan a otlre 7000 m di altezza. Soccorso impossibile, gli elicotteri non riescono a volare a tale altezza. Le possibilità di trovarlo in vita sono scarsissime, quasi nulle.
Chiunque qui in valle lo conosceva, i suoi record, le sue scalate, una persona deliziosa sempre disponibile a condividere le sue avventure, la sua più grande passione con noi e i turisti che ogni anno passano da queste parti. Oltre ad essere un ottimo marito, padre e alpinista era anche un blogger come me e come voi che passate da queste parti, per chi volesse ecco il suo blog, il suo sito e per chi volesse anche i suoi video su YouTube.
A quasi 38 anni lascia la moglie, tre bambini piccoli e molta gente che l'ha sempre seguito con passione.
Viviamo in un mondo crudele! Che rabbia!
CIAU KARL!
Ho letto stamattina la notizia sul televideo.La prima cosa che ho pensato,io uomo di mare,è quanta deve essere la passione per la montagna per spingere un uomo a imprese così estreme.Purtroppo le passioni,che spesso rendono la vita degna di essere vissuta,a volte sono anche la causa della sua fine.Addio Karl.
RispondiEliminacacchio come mi dispiace! sentito anch'io la notizia in tv, non sapevo fosse tuo Mitbuerger..
RispondiEliminaIch gebe euch mein Beileid
l'unica cosa che consola é che almeno é sempre vissuto come voleva... Ciao Karl
RispondiEliminaE' sempre doloroso quando senti notizie di questo tipo. Anche per chi come me non conosceva quel ragazzo. Gli sport estremi si chiamano estremi proprio perchè hanno un alto rischio e chi li pratica lo sa e probabilmente ama questi sport proprio perchè il rischio li fa sentire vivi. Allora bisogna decidere cosa fare. O si fa qualcosa per evitare che tragedie come questa si debbano ripetere, e con questo intendo vietare certe cose. In fondo ci hanno imposto di mettere la cintura in macchina anche se chi rischia è solo il guidatore. Oppure non bisogna piangere quando succedono queste cose ma dire: bene, lui ha VISSUTO e ha colto a pieno quello che la vita gli ha dato e ora è in cielo... in pace.
RispondiEliminaBella la canzone latina che hai messo.
Un abraccio, Virgilio
Mi dispiace Elisa, spesso l'amore per la montagna ripaga anche in questo modo!! Così è la vita!!!!
RispondiEliminaNon possiamo che stringerci attorno alla moglie, ai suoi tre bambini, ai familiari ed amici!!!!
Mi dispiace ancora!!!
U abbraccio
Free
Mi dispiace tantissimo.
RispondiEliminaSe puoi, stai vicina a chi resta, per loro sarà dura.
Baci
:'(
RispondiEliminaAnch'io ho sentito questa notizia alla tv... mi dispiace moltissimo.
RispondiEliminaMi dispiace.
RispondiEliminaCiao,un abbraccio.
Jack
Ho letto il blog, situazione triste è dir poco...
RispondiEliminaUn saluto Karl..
W.
Le cose da dire sarebbero mille. In molti non riescono a capire come un uomo, pur avendo figli piccoli in casa abbia deciso comunque di svolgere questo tipo di attività. Non possiamo capire la sua passione, talmente grande che ha deciso di tenerselo per se. Nel silenzio dei monti. La mia conclusione è che non sempre è necessario superare le proprie paure. Ancora ciau Karl
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