Questo romanzo di Giorgio Bassani la cui prima edizione è del '62 capita nelle mie mani quasi per caso e prima di essere preso in considerazione prende anche abbastanza polvere. Ma una volta iniziato mi sono quasi pentita di aver atteso.
"B. è ancora un bambino quando, nel '29, si avvicina per la prima volta al giardino dei Finzi- Contini. Micòl, la più giovane della ricca famiglia ebraica, si affaccia dal muro di cinta e lo chiama. Dovranno passare nove anni perchè si ritrovino. In una Ferrara dove la comunità israelitica è sempre più minacciata dalle leggi razziali, Ermanno e Olga Finzi- Contini aprono le porte della loro casa agli amici dei figli, nel tentativo di ricreare nel proprio giardino le esperienze che i giovani non possono più vivere in pubblico....." Insomma per me 4 stelle su 5.
Il libro finisce così...
"E siccome queste, lo so, non erano che parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltato un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire: di esse, appunto, e non di altre, sia suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare."
L'ho letto 20 anni fa, non lo ricordo per niente, mi sa che lo rileggerò! :)
RispondiEliminaQuesto è uno dei libri che non sono mai riusciuta a leggere, ma forse questa potrebbe essere la volta buona..
RispondiEliminaFL