sabato 13 febbraio 2010

Vancouver: ciò che nessuno si aspettava...

Da "fan" dei giochi olimpici (avendoli anche portati come tesina agli esami di maturità) non potevo di certo perdermi la festa d'apertura, la sveglia ahimè alle 2 del mattino ha suonato ma io non sono stata in grado di accendere la tv e credo che anche se ci fossi riuscita non avrei resistito a lungo. Mi guarderò le foto e aspetterò le prossime olimpiadi (non che abbia altra scelta!).
Un lutto ancora prima dell'apertura ufficiale non è di certo un buon inizio per queste olimpiadi. Dicono che la colpa sia dell'atleta, che ci sia stato un suo errore, io ho visto il video e mi è venuta la pelle d'oca. Certo, di slittino non ne capisco molto ma penso che sia vergognoso costruire una pista (definita la più difficile di sempre) solo per mettere alla prova gli atleti senza pensare ai rischi che si possono correre e senza rendere la pista sufficientemente sicura. C'è chi sostiene che sia destino, ma in questo caso ho i miei dubbi. Sono ancora scossa. Provo a mettermi nei panni della famiglia, degli amici e del suo team. Quanto hanno sudato per arrivare alle olimpiadi che in fondo è il sogno di ogni atleta! A me personalemente non rimane altro che sperare che non accadano più incidenti simili, l'atleta georgiano ha perso la vita ma spero che serva da lezione per evitare che ciò si ripeti.
Un commento al video dell'incidente dice che non vale la pena piangere uno sconosciuto che viene (o veniva) strapagato e sapeva benissimo a cosa sarebbe andato incontro. Ho dovuto pensarci un attimo e sono arrivata alla conclusione che nessuno debba perdere la vita nell'inseguire il proprio sogno (indipendentemente da quanto guadagna).

Chi non segue lo sci probabilmente non sa chi sia Nadia Fanchini. Se avete dei dubbi ve lo dico io, è una promessa azzurra dello sci italiano che a causa di una rovinosa caduta il 31 gennaio, all'ultima gara della stagione prima dei giochi ha dovuto rinunciare a Vancouver. Ho visto anche questo video, più di una volta, qui le lacrime non riesco a trattenerle, sentire le sue urla di dolore e di disperazione per dover rinunciare al suo sogno. Indescrivibile. Nadia fortunatamente è ancora giovane e di certo fra quattro anni la ritroveremo al cancelletto di partenza in piena forma...
Per chi invece è li e il sogno lo sta vivendo... beh buone olimpiadi!!!

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